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Tieniti la panza

Da tempo immemore vado predicando che non bisogna andare contro la propria natura né tantomeno contro il destino. Come diceva Schopenhauer, il destino mescola le carte e noi possiamo solo giocarle.
Ogni tanto però mi capitano quelle botte di avventatezza/imprudenza e faccio cose riprovevoli: tipo comprare un coupon con un buono sconto per iscriversi in palestra 3 mesi.
Io in palestra? Non solo ho sempre odiato il fitness, i fissati della palestra, il loro abbigliamento, i loro discorsi, le trombate clandestine tra coniugati/e, gli istruttori monotematici ma anche l’idea stessa della palestra, indissolubilmente legata all’apparenza, nemica giurata della sostanza, faro della mia esistenza. Se scrivo un altro termine in –enza Schopy mi si rivolta nella tomba quindi termino il concetto qui (non ho usato la parola “desinenza” apposta).
Sì, sulla palestra sono intransigente. Ero intransigente, meglio dire. L’età avanza e aumenta la panza (ma quanto rimo oggi!). Per uno che a 25 anni pesava 53 chili e contava sette-otto ossa della cassa toracica in bella vista, essere diventato una specie di Renault Megane, col baricentro spostato e il culo in pizzo per via del peso anteriore (della pancia!) è uno sconvolgimento non da poco… così come vedere quegli enormi numeri col 7 davanti sulla bilancia.
Dunque eccomi munito di tagliando LetsBonus telefonare timoroso alla palestra Fruit&Fitness di Roma (ma che minchia di nome è poi? Che c’entra la frutta? Sarà per sottolineare il salutismo?) non prima di aver impiegato due ronde per scoprirne l’entrata, una scaletta in su tra un portone e un negozio che manco un centro massaggi cinese.
Al telefono Isabella, dopo 6 secondi di convenevoli, spinge già per l’abbonamento annuale ma devo informarla sulla mia pigrizia cronica e sul mio non aver mai messo piede in palestra (“mi fai vomitare tu e la tua palestra del cazzo, Signora dell’apparenza, piena di te a riempire il vuoto del tuo essere!” D’accordo, questo non gliel’ho detto, anche perché non mi pareva coerente), due fattori che mi sconsigliano un impegno così prolungato. “Fammici pensare” “Ok passa lunedì e parli con l’istruttore”. L’istruttore. Che brutta fine…
Fatto sta che lunedì 16 settembre mi presento e scopro, per farla breve, che il mio coupon era valido fino al giorno prima, domenica.
“Ma io vi ho chiamato apposta prima e voi mi avete dato appuntamento per oggi” protesto.
“Sì, ma dovevi dircelo” ribattono.
“E io che cosa ne sapevo se non me lo dite?” Nemmeno questo ho detto, chiedendo invece come si potesse supplire al disguido.
“Provo ad attivartelo, ora chiamo LetsBonus. No anzi lo faccio dopo, lasciami il tuo numero e ti richiamo”
“Ok”.“Cià”.
Passa un giorno, due. Una settimana. Dieci giorni. Ritorno da FandF ma Isabella non c’è e l’altra tipa cade dalla nuvole: “Facciamo una cosa, lasciami il tuo numero e ti faccio richiamare”.
Questa cosa l’ho già sentita. Passa un giorno, due. Una settimana, dieci giorni. Torno da FeF e stavolta Isabella c’è.
“Ricordami un po’ il problema…”
“Telefonato, prima, letsbonus, sìsì, attiviamo, uno-due-sette-dieci e così via”
“Eh ma abbiamo avuto un sacco da fare”
“Sono passate tre settimane!” (faccio segno tre con le dita interne della mano come gli americani, hai visto mai che comprenda meglio…)
“Non posso attivare il tagliando”
“Ma allora dato che non posso allenarmi chiedo un rimborso”
“Non posso dartelo, io non ho ricevuto i tuoi soldi”
“Come? E a chi li ho pagati io?”
“Chiedi a LetsBonus”
Cazzo, allora non siete solo apparenza, coi soldi la sostanza viene fuori.
Contatto via mail LetsBonus che dopo aver un rapido consulto mi fa una proposta accettabile: ti rendiamo i soldi sotto forma di credito e ci scusiamo tanto.
Già mi stavo informando su come spenderli quand’ecco la seconda mail di LB: non possiamo fare seguito alla nostra comunicazione precedente in quanto il suo tagliando risulta attivato in data 16 ottobre.
Era il 15. “Gentilissimi, il 16 ottobre ancora non è arrivato”
“Ci scusiamo era il 16 settembre, cordialissimi e caldissimi saluti”
Il 16 settembre? Ovvero il giorno in cui sono andato la prima volta in palestra?
“Egregio LB, non mi sono mai allenato perché il tagliando non era attivo, cosa che mi è stata confermata anche 3 settimane dopo. Mettiamo onorevolmente fine a questa situazione penosa e mi rifate la prima proposta di rimborso?”
Dopo un paio di giorni (tempo trascorso tra una mail e l’altra) LetsBonus Servizio Clienti Caso # 12220164 [ ref:_00DA0HjId._500F0HdRxp:ref ] mi risponde che la mia pratica è attualmente in gestione presso il dipartimento compente.
E voi chi minchia siete? Verrebbe da chiedere.
Dopo un altro paio di giorni mi arriva un’altra mail con lo stesso messaggio. Sapete tipo quando ti mettono in attesa: “i nostri operatori sono momentaneamente occupati, ci scusiamo per il disagio”. Solo che al telefono lo dicono ogni 30 secondi, qui ti mandano una mail ogni tre giorni.
Sto ancora aspettando una risposta definitiva, nel frattempo non trovo nemmeno un’immagine di Schopenhauer con la panza… e questo mi indispone.

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